No, non me piace affatto. In questo preciso momento, in certe città, ci sono due telecamere per ogni cittadino. Roma cammina nella stessa direzione: occhi elettronici ci controllano ogni secondo della nostra esistenza, che ci scrutano anche l'anima. Controllano tutto tranne i poveri che muoiono nei marcia piedi. Questa battuta la riallaccio al triste caso della morte in diretta di un giovane rumeno nella metro di Napoli: questo società indifferente, piena di telecamera non me piace. Prima o poi ne pagheremo le conseguenze, sentiremo il peso e desidereremo tornare ai tempi in cui ognuno si comportava secondo il meglio che la comunità e la famiglia lo avevano insegnato. Oggi ci vogliono più che mai buoni cristiani/mussulmani/ebrei e onesti cittadini per contrastare la società della paura che si rifugia nelle telecamere e nelle leggi razziste.
E poi, e poi, ho nostalgia del futuro, quando avremo coscienza che le telecamera peggiorano la società, soprattutto servono solo per controllare non per prevenire. Ma controllare cosa? Chi? Perché? Inoltre, non vedo l'ora della rivoluzione, una rivoluzione della luna e/o del falò il cui scopo sarà quello di far fuori il maggiore numero possibili di telecamere, e rinsegnare la gente a vivere senza paura, a rispettare gli spazzi degli altri, promuovere la sicurezza tornandosi agenti di sicurezza ovunque ognuno si trova. Perché una rivoluzione della luna e/o del falò? Perché la luna ci riporta la convivenza dei tempi dei villaggi, piccoli spazzi abitativi in cui tutti si conoscono e tutto concorrono per il benessere e per la sicurezza di tutti.
È convinzione condivisa che la mancanza reale non sono i carabinieri, le telecamere, i militari, ma sì la comunità. Una società senza senso comunitario è destinata a fallire, e crediamo sia esso il nostro intento. Bisogna riscoprire la basica solidarietà, la più semplice, i gesti più belli dell'amore fraterno. Bisogna riscoprirli o falliremo. Falliremo con società, falliremo come uomini e donne. Comunque, no, non mi piace la società controllata dalla telecamera che servono solo per controllare e non per salvare. A me non importa sapere chi ha sparato, ma sì evitare che si spari, e soprattutto che si spari agli innocenti. Questo deve essere l'obiettivo primario e ineludibile del governo. In effetti, storicamente i governi sono tali perché garantiscono sicurezza, ma la garantiscono a tutti. Per questo esiste la polizia e varie altre organizzazioni cui scopo è quello dell'ordine pubblica. Sicurezza per tutti, subito!
In ogni modo, non me piace la foresta di telecamere che ci scrutano, ci controllano, ci inducono a camminare con la testa bassa.
Aspettando la rivoluzione della luna e del falò.
Vi saluto con reciproca stima.
Scrittura Nera
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